Storia della Pineta di Fiaiano


In occasione della piantumazione delle Pineta di Fiaiano, raccontiamo la storia della nascita della pineta più grande dell'isola d'ischia. 
Ferdinando II di Borbone, il quale governò a Napoli dal 1831 al 1859, volle trovare una soluzione per nascondere alla vista l’enorme distesa di lava che caratterizzava l’area, chiamata dagli isolani “Colata dell’Arso”. Si trattava di una gigantesca area ricoperta di lava, frutto delle violente eruzioni vulcaniche del cratere di Fiaiano, che dal 1300 al 1303 devastarono l’intero lato nord-orientale dell’isola, raggiungendo il mare in prossimità di punta Molino.
La lava conferiva all’intera zona un aspetto spettrale e, da sempre, nessuna pianta riusciva a crescere. Alcuni vani tentativi sono datati 1802, ad opera di alcuni contadini che avevano provato a colonizzarla attraverso l’impianto di ginestre e olivi. Così Re Ferdinando II convocò Giovanni Gussone (medico e botanico di Re Ferdinando II), a lui spettava l’ardua avventura: era oramai arrivato il momento di rinverdire le lave dell’Arso, in modo da nascondere quell’enorme distesa di terra bruciata.
Proprio qualche anno prima, Gussone aveva affrontato un problema molto simile, questa volta al ripopolamento delle lave del Vesuvio, risolvendolo grazie all’utilizzazione di pini. In base a questa esperienza, si convinse a impiegare piante di pino e, dopo alcune prove, decise di utilizzare in prevalenza esemplari di pini. 
Per i lavori per ripopolare le lave dell’Arso Gussone aveva bisogno di un notevole impiego di manodopera; per questo motivo furono messi a disposizione i prigionieri che si trovavano rinchiusi nel Castello Aragonese a Ischia Ponte.
Il risultato finale del lavoro diretto dal Gussone fu rappresentato dall’impianto di una bellissima pineta, ciò che un tempo era un amorfo ammasso di rocce, diventò un suggestivo manto di verde.

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